La storia del Principe Duca Roberto d’Amato Zaffiri dei Paleologo di Teschen
Dipinto di Renzo Tonello
Principe Duca Roberto d’Amato Zaffiri dei Paleologo di Teschen
Nato a Bra (CN) il 27 Luglio 1963 discendente dall’antichissima casata dei baroni Amato di Sciacca proveniente dalla Catalogna.
Venuta in Italia nel XIII secolo e appartenente in via molto collaterale al ramo dei duchi di Caccamo e dai principi di Galati. Da sempre amante della storia e della politica.
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Come premio e ringraziamento per la sua attività a favore della Religione Cattolica gli sono stati conferiti i Titoli Principeschi con predicati di Santi Cattolici.
Ha ricevuto La Benedizione dalla Chiesa Cristiana Cattolica Ortodossa Russa Europa – S.E. Mons. Lucas Rocco Massimo Giacalone.
Gli sono inoltre stati conferiti il Titolo di “PROFESSOR Emeritus Onoris Causa in STORIA CONTEMPORANEA” e il Titolo di “PROFESSOR Emeritus Onoris Causa LETTERATURA, quale riconoscimento per i miei meriti storici e culturali.
La storia della famiglia d’Amato
Questa antichissima casata o famiglia, probabilmente ha un origine germanica, il suo presunto capostipite era un guerriero franco mescolato con i Visigoti della Catalogna (Spagna). Possiamo dire che la cosiddetta casata d’Amato o de Amato, D’Amato, Damato o Amato tiene luminoso posto fra la più antica nobiltà dei regni di Sicilia e di Napoli.
Originaria dalla Spagna, dove godette i patrizi onori, fu portata in Sicilia nel XIII secolo e si diramò poi nel regno di Napoli. Questa casata o famiglia ha goduto di numerose città come Sciacca, dove ottenne molti titoli di barone, Palermo, Messina , Catania, Troppa, Amantea, Catanzaro, Napoli, Gragnano Salerno, Barletta e Galatone, zona di terra d’Otranto, la casata fu decorata nel corso dei secoli dei titoli di barone, duca, marchese, principe, un ramo entrò nell’ordine di San Giovanni di Gerusalemme.
Antica e nobile stirpe, che in Puglia si diramò con due distinti rami il primo proveniente dalla Catalogna, Sicilia, in seguito ducato di Amalfi (Maiori, Ravello, Amalfi), poi in Barletta, dove ottenne molti privilegi nobiliari l’altra famiglia d’Amato o D’Amato si diramò in Galatone dove visse per un certo periodo. Possedette i feudi di Tavori e Donna Masa per i quali, nel 1669, era tassato Francesco d’Amato, e il casale di Seclì col feudo di Tamarano che Guidone d’Amato, nella seconda metà del sec. XVI comprò da Marcello Caracciolo e sul quale, con Diploma dato in Madrid il 31 agosto 1652, esecutoriato in Napoli il 24 marzo 1660, Antonio d’amato ottenne il titolo di Duca da Filippo III d’Asburgo re di Spagna.
Abbiamo notizia di un Federico de Amato giudice nel 1558 a Taranto. questa casata ebbe tre vescovi un certo Filippo d’Amato fu vescovo di Umbriatico nel 1731 e vi morì per le sue virtù nello stesso anno a Castro vescovado di origine bizantina, troviamo un certo vescovo Francesco d’Amato nel 1750 e morto nel 1769, ad un altro Nicolò d’Amato, nel 1749, fu conferito il Vescovado di Lacedonia. Nel XVII secolo troviamo gli Amato dei baroni d’Amato ascritti al seggio nobile di S. Marco nella città di Trani, sempre i d’Amato godettero di nobiltà in Cisternino e a Gravina.
E’ comunque assai probabile che il cognome d’Amato o de Amato sia lo stesso che Amati o Amato, (anche se io ho solo documenti che lo palesano o lo dimostrano in questa forma d’Amato o de Amato), questo cognome documentato a Barletta(Puglia) già nel 1314.
Ciò è provato anche dal fatto che i primi documenti genealogici rintracciati presentano il cognome proprio nella forma di amato e di Amati. (fonti E. De Felice- Dizionario dei cognomi italiani-p. 54. G. Rohhls- Dizionario storico dei cognomi salentini – p. 8. Loffredo S. Storia della città di Barletta-vol. I;p. 398. )
L’analisi delle fonti storiche ha messo in luce che secondo la maggioranza degli autori la casata Amato, d’amato o Amati, trarrebbe origine dalla grande regione e orgogliosa Catalogna in Spagna. Da lì sarebbe passata in Sicilia, in Campania- e poi in Puglia.
Il capostipite del ramo siciliano è identificato in Pagano che, con privilegio dell’11 agosto 1296, ottenne da re Baldovino d’Aragona per i servigi prestati il feudo o casale di Callisi, consistente in tre tenimenti di terre nominate Villanova, Cullasi e Filanda, nel territorio di Caltabellotta.
La Casata ebbe numerosi uomini illustri e possedette vari feudi tra i quali quello di Galati ce, nel 1644, venne innalzato in principato e quello di Caccamo in ducato. Il ramo passato in Sciacca fu illustrato da molti gentiluomini che occuparono le prime cariche di detta città.
Esso godette la nobiltà anche in Catania, nella cui mastra Nobile venne aggregata il 20 settembre 1744 nella persona del Dott. Antonino, eletto giudice della Gran Corte del Regno (A. Mango di CASALGERADO-nobiliario di Sicilia-vol. I; pag. 63, 64- fonti). Il ramo fiorito in Puglia, documentato nelle forme Amati, de amato, e d’Amato, risulta proveniente dal ducato di Amalfi, ma sempre originario della catalogna.
Esso ha goduto la nobiltà in Barletta dove già dal XIV secolo gran parte del commercio era nelle mani di mercanti Ravellesi e Amalfitani. Troviamo, infatti, che già nel 1314 gli amati sono annoverati tra le famiglie più potenti di Ravello ed Amalfi stabilite in Barletta. A questa Casata dovette appartenere quel Nicolò d’Amato cui, nel 1749, fu conferito il Vescovado di Lacedonia.
Nel Foscarini-Armerista e notiziario delle famiglie nobili e notabili e feudatarie di Terra d’Otranto fonti p. 9, troviamo una famiglia Amati, originaria di Roma e nobile tarantina, portata da Iacopo nel 1720 in Taranto al cui patriziato fu ascritta con dispaccio del 2 giugno 1759. A questo ramo appartenne anche il maestro Giovanni Donato de Amato, di Taranto, a cui il 10 gennaio 1624 il capitano Fernando Vacan affidò la costruzione di un ponte di legno davanti alla porta principale del castello di terra di Brindisi.
Lo stemma dei d’Amato di Barletta è identico di quello degli Amato di Sciacca L’azzurro è il colore del cielo e rappresenta tutte le idee che salgono in alto. E’ simbolo della Fermezza che è incorruttibile come il cielo, della Gloria che si innalza al di sopra delle cose terrene e della virtù che è dote celeste. Le stelle rappresentano la guida sicura e l’aspirazione a cose superiori e ad azioni sublimi e a luminoso avvenire. Sia l’azzurro che le stelle furono simbolo dei Guelfi. (fonti E: Noya di Bitetto- Blasonario di Terra di Bari p. 13, Guelfi-Camajani- Dizionario araldico pp. 64, 521-524).
Alcune fonti Centro di cultura e storia amalfitana le pergamene dell’archivio arcivescovile di Amalfi regesto a. 1103-1914 a cura di Renata Orefice 1320 roberto d’ Angiò re di Sicilia a. 11-20 febbraio ind III- Tramonti Inventario delle suppellettili e delle proprietà del fu Tommaso de Amato di Tramonti. Amalfi-A. C. A. – perg. N. 123 (num. 58) Inventario-Not. Andrea de Maranta di Tramonti, giud Nicola de Madio baglivo di tramonti- scrittura gotica minuscola di transizione. 1477- Ferdinando d’Aragona re di Sicilia a. 19-23 marzo, ind. X- Amalfi. Micheletto d’Amato di Ravello, abitante a Majori, costituisce un censo di annui carlini 9 in favore dell’abbazia di Santa Maria dell’Olearia su di un pezzo di querceto sito in pertinenciis Caputursi ubi dicitur ad acquarulo. Amalfi-A. C. A. – Perg. n. 462(num. 450) CensoNot. Gabriele de Cunto di Amalfi-scrittura umanistica corsiva. fonti Memorie della famiglie nobili delle province meridionali d’Italia raccolte dal conte Berardo Candida Gonzaga volume sesto ed ultimo – Arnaldo forni Editore Bologna i d’amato godettero di nobiltà anche a Gragnano.
Elenco dei cavalieri S. M. Ordine di s. Giovanni di Gerusalemme ricevuti nella veneranda lingua d’Italia dalla fondazione dell’ordine ai nostri giorni compilato da Francesco Bonazzi di Sannicandro(componente e segretario della Commissione araldica Napoletana e Corrispondente della consulta araldica del Regno parte prima dal 1136 al 1713 forni editore Bologna cavaliere di Malta Paolo d’Amato di Amantea 1551 e parte seconda 1714-1907 furono ammessi i cavalieri di Malta Luigi Maria ed Antonio d’Amato di Amantea ed Antonio d’Amato di Amantea, Nicola d’amato di Amantea, fu presidente della reale camera della Sommaria di Napoli nell’anno 1498 (fonti uomini illustri delle calabrie raccolte di Luigi aggattatis Volume I dai tempi primitivi a tutto il secolo XV Cosenza tipografia Municipale 1869.
Fonti nobiliario di Sicilia volume I Palermo Libreria internazionale, Blasone in Sicila ossia raccolta araldica per v:palizzolo Gravina barone di raimone. Amato di Sciacca Secondo Savata nobile famiglia passata in Sicilia nel 1282, regnando re Pietro di Aragona. Mugnos le da per ceppo Pagano d’Amato, uno de’ baroni nominati nel servizio militare di re Ludovico nel 1343. Egli meritatosi le baronie e feudi di villanova, Giulinda, Belici, Zaffudi, Ciafaglioni, donzelli, Tartufa, majenza, Bordia, galando, Verdura, Cassarà, Bonfiglio, Garagalupo, amboja, Belriparo ed altri lo stemma il seguente campo azzurro con sei stelle d’oro a sei raggi, ordinate 3, 2, e 1.
Origine degli Amato: Visconti Folch de Cardona.
Filadelfo Mugnos fa derivare lo stipite degli Amato di Palermo e di Sciacca i miei rami dalla figlia di antichissima origine dei Folch de Cardona che vantano una discendenza diretta dalla Casa Reale Francese francese; lo stesso Imperatore Carlo Magno dono’ alla famiglia Folch,discendenti di un mitico d’Angio’ sposo della sorella Argentvio,la signoria sulla citta’ Catalana di Cardona.
Il primo rappresentante in questo nome fu Ramon Folch che segui’ l’imperatore dei Franchi in Catalogna durante la guerra contro i Miei e nel 791 fu nominato dall’ Imperatore Signore di Cardona,ma il figlio di costui Ramon Folch I fu nominato primo Visconte dai Conti di Barcellona.I Folch de Cardona furono forse la famiglia piu’ importante del regno aragonese prova ne sia la concessione ad alcuni membri dei Cardona dell’ Ordine del Tosoni d’ Oro. che veniva concesso soltanto agli Imperatori del Sacro Romano Impero bè ad un numero limitato di famiglie ducali e principesche.La famiglia Cardona e’ una Delle poche che tramandano il titolo sia per linea maschile che femminile concesso dall’ Imperatore in virtu’ della loro importanza storica e in quanto imparentato con i reali d’ Aragona di Navarra e i sovrani Angioini attraverso il matrimonio di Hugo ll, Visconte de Cardona con Bianca d’ Empuries figlia di Ramon d’ Aragona e d’ Angio’ figlio di Giacomo l l d’ Aragona .Bianca discendeva in linea retta sia dai re d’ Aragona Giacomo l e Pietro il Grande marito di Costanza di Hohenstaufen,nipote dell’ Imperatore Federico II per parte di padre,nella sua linea materna discendeva direttamente da Carlo d’ Angio’.
Da Bernard. Amat de Claramunt(1086-1115), 2 Visconteo Cardona e Visconte di Tarragona(figlio di Deodat de Claramunt e di Ermessenda de Cardona) che sposo’ Almafis di Barcellona( figlia di Raimondo Berengario II di Barcellona e di Matilde d’ Altavilla ) discesero i Visconti e poi duchi di Cardona,Grandi di Spagna,Vicere’ di Catalogna ,di Sicilia di Sardegna, di Napoli e di Nuova Granada; la famiglia ebbe anche 4 Cardinali diversi Vescovi è un beato.
Ermessenda di Cardona resse il titolo fino al 1090
Bernard Amat de Charamunt de Cardona. (1086-1151),Visconte di Tarragona e II Visconte di Cardona, figlio di Deodat Bernard I de Charamunt Visconte di Tarragona e di Ermessenda de Cardona nipote di Raimondo I- Almodis debba Barcellona , figlia di Raimondo Berengario II conte di Barcellona e di Matilde d’ Altavilla
Raimondo II. Folch de Cardona(1110-1150) sposa Guillema de Melguech
Raimondo III Folch de Cardona1130-1175 4 Visconte di Cardona sposa Isabel Sibilla d’ Urgell
Guglielmo I Folch de Cardona V visconte sposa Gueraua de. Jorba.1130- 1225.
Raimondo IV Folch de Cardona 6. Visconte 1180-1241 sposa Agnes deTarroja
Raimondo V Folch de Cardona 1220-1276. 7 Visconte di Cardona sposa Sibilla de Empuries
Bernardo Amato Folch de Cardona, gentiluomo catalano al seguito del re di Sicilia Pietro III. d’ Aragona.
Stipite della famiglia Amato Folch de Cardona, resse il titolo fino al 1099 Bernardo Amato gentiluomo Catalano al seguito del re di Sicilia Pietro III d’ Aragona 1282 figlio di Raimondo V Folch. 7 Visconte di Cardona e di Sibilla di Empuries.
Pagano d’ Amato Folch de Cardona per primo prende stabile dimora in Sicilia nel 1296 a Caltabellotta decorato del titolo di Regione Milite dal re Federico III d’ Aragona che lo crea barone di Villanova di Callisto SC Linda di Burghetto Rachalmaymyni e Merrusa sposa la nobile Laura Montilliana
Bernardo d’Amato confermato nei feudi nel 27-12 1343 da re Ludovico I d’ Aragona.
Fonti: Nobiliari di Sicilia del dottor Antonino Mango di Casalgerado
Della Sicilia Nobile del Marchese di Villabianca e il blasone in Sicilia di Palazzolo Gravina.